Monday

Due artisti mediocri, si presentano alla platea per raccontare un progetto rivoluzionario e una collaborazione inedita: Scienza e Teatro per la prima volta insieme in uno spettacolo mai visto prima che cambierà le sorti del dibattito pubblico mondiale. Proprio quando nella loro vita professionale e personale sembrava tutto finito, i due ambiziosi artisti, sconfitti dalle delusioni lavorative e sociali e oberati dalle pressioni performative, decidono di misurasi con uno degli argomenti più urgenti e scomodi del momento:il fantastico mondo delle plastiche, il loro utilizzo e il loro smaltimento. Un tema forse artisticamente evitabile, ma comunque socialmente imprescindibile. Dopo una vita di rincorse (sono nati alla fine degli anni 80, forse il periodo peggiore in cui venire al mondo) hanno la possibilità di fare il botto, quello vero. Il tema e squisitamente attuale e i finanziatori sono carichi di soldi e speranze, tutto in regola per lasciare il segno. Lo spettacolo però stenta a decollare. I due artisti ci accompagnano dentro alle contraddizioni insite nel dibattito più in voga del momento: l’ambiente è un campo di battaglia, le soluzioni sono poche e oscure, il futuro è incerto e al netto di tutto il Moplen® continua ad essere un materiale rivoluzionario. Che fare, allora? Pur rimanendo fedeli al committente, i due attori si perdono nella ricerca e prendono a poco a poco posizioni diverse. Nella donna si delinea un personaggio romantico, appassionato, una fervente ambientalista disposta a tutto per schierarsi in difesa di un clima violentato dall’essere umano insensibile ed egotico. Un’attivista pronta a prendersi la piazza, continuando a toccare temi condivisibili come l’invasione delle microplastiche, e a farsi unica protagonista dello show con un’ invettiva plastic-free che rasenta il ridicolo. L’uomo assiste alla deriva della loro grande occasione con rammarico, cerca di recuperare minimizzando la retorica cavalcata dalla collega. Ma si rivolge alla donna con rabbia crescente e finisce per prendersela con il movimento del Friday for future e a rivendicare l’assoluta centralità del lunedì in un discorso allo sbando. Ormai fuori controllo, il suo intervento si sposta su una frustrazione tutta personale e incomprensibile. È lei che ora, per salvare il salvabile, prova a guidare lo scontro dialettico con un discorso carico di senso, ma non riesce a tenere a bada la tensione e all’ennesima risposta violenta da parte del collega sbotta in una goffa aggressione. Sul palco i due attori si azzuffano e danno sfogo all’impossibilità del dialogo e della sintesi. Le contraddizioni esplodono, in sottofondo una melensa canzone di Jovanotti. Non c’è che dire una questione scivolosa, affrontata con coraggio e malsana retorica dal gruppo Dynamis che, non contento, firma scrittura, regia ed interpretazione di questo irritante sharing performativo.

ideazione e realizzazione Dynamis
produzione Dynamis, ENEA- Life Blue Lake, Teatro Vascello Centro di Produzione Teatrale
con il sostegno di Carrozzerie | n.o.t
con il sostegno di Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Spazio Rossellini per ATCL Circuito multidisciplinare regionale, Teatro Villa Pamphilj – TIC- Teatri in Comune

Dynamis è un gruppo dedicato al teatro e alle arti performative con base a Roma. Da un decennio connette le sue attività con diversi spazi culturali della città, sviluppando un interesse multidisciplinare nella ricerca. I progetti sono incentrati sullo studio della relazione con il pubblico, in esplorazione di un linguaggio performativo dynamico, in continua trasformazione. I lavori prediligono il potenziale situazionale dell’atto performativo e costruiscono la scena come luogo di dialogo e conflitto. Il teatro è campo di battaglia, spazio di confronto e occasione di esplorazione del disordine. Dynamis si occupa di formazione con l’obiettivo di innescare incontri, costruire luoghi dell’imprevedibile e stimolare la partecipazione dei cittadini alla proposta
culturale. Dynamis è permeabile. L’ideazione, la regia e lo sviluppo drammaturgico sono frutto di un lavoro collettivo e si nutrono di collaborazioni che spaziano oltre il contesto teatrale.