EDIZIONE 2016: DOPO LA CATASTROFE

 

La catastrofe naturale è un evento che segna. Segna il territorio e le città su cui si scatena, modificandone le caratteristiche. Segna le persone, le famiglie e le società, che devono confrontarsi con il lutto, con la perdita, con la distruzione dei luoghi cari, con le difficoltà della ricostruzione. Segna le istituzioni, che si trovano in stato di emergenza e devono mettere in campo nuove risorse e nuove progettualità.
La catastrofe è un evento liminare. C’è un prima e c’è un dopo. In modo netto.

L’edizione 2016 del Festival In\visible cities propone una sezione dedicata ad indagare, attraverso gli strumenti e i linguaggi della multimedialità urbana, ciò che c’è dopo la catastrofe.
Come si modificano i contesti urbani?
Cosa vuol dire ripartire, da sé, con l’aiuto gli altri, nonostante tutto?
Quali sono i nuovi progetti volti alla ricostruzione e in che modo le nuove tecnologie e la multimedialità offrono un contributo?
Come raccogliere, conservare e tramandare le tante memorie legate agli eventi catastrofici? Come narrare le emozioni, le storie di vita, la solidarietà?
Come immaginare il futuro del territorio e della società?

Artisti, studiosi, architetti, progettisti, amministratori locali saranno chiamati a riflettere su queste tematiche, facendo interagire nuove tecnologie, forme di espressione artistiche e documentazione storica.
Al centro di tutto: le città e i territori colpiti da terremoti, alluvioni e altre catastrofi naturali e la loro capacità di raccontare, attraverso nuovi linguaggi, il passato, il presente e il futuro.

Una sezione specifica sarà dedicata al quarantesimo anniversario del terremoto del Friuli. Un evento che ha segnato profondamente i comuni del cratere ma che ha significato un nuovo punto di partenza per l’intera regione. La sfida sarà trovare nuove forme di narrazione, di interazione tra storia, tecnologia e arte.
Affinché la memoria rimanga viva e capace di generare cultura e riflessione.